Il forno a microonde fa male?


Al giorno d'oggi se esiste un elettrodomestico molto diffuso e che ha modificato sensibilmente lo stile di vita moderno, è sicuramente il forno a microonde. Eppure, sebbene sia oramai trascorso qualche decennio dalla sua più ampia diffusione, i pareri sulla sua sicurezza e i possibili rischi per la salute sono ancora discordi.

Epoch Times ha intervistato Saverio Pipitone, giornalista pubblicista che attualmente lavora come redattore e analista presso un’agenzia di rating e informazioni economico-finanziarie. Nel 2014 Pipitone ha scritto il libro Forno a microonde? No grazie, in cui ha raccolto diverse ricerche scientifiche per far luce sulla questione della pericolosità o meno di questo elettrodomestico.

Al giorno d'oggi quanto è diffuso in Italia il forno a microonde?
In Italia uno dei primi forni a microonde venne presentato il 28 settembre 1957 alla settima edizione del Salone della Tecnica di Torino, come un apparecchio casalingo per cucinare in tempi brevissimi. La diffusione sul mercato italiano avvenne negli anni 70, riscontrando un’iniziale reazione di scetticismo o di rifiuto; tuttavia alla fine degli anni 90 si è assistito a una crescita esponenziale del suo utilizzo da parte delle famiglie e l’Istituto di Statistica italiano lo ha inserito, assieme ai prodotti informatici e telefonici, nel paniere dell’Istat per il calcolo dell’inflazione come bene dei nuovi consumi di massa. I primi anni 2000 sono stati caratterizzati da un boom di vendite ed è una tendenza che è continuata anche in anni più recenti, con una presenza in una famiglia su due.

Il materiale del recipiente con cui si scalda la pietanza può fare una differenza nel rilascio di radiazioni?
Per concentrare tutte le microonde sugli alimenti si utilizzano di solito materiali trasparenti alle radiazioni come plastica, cartoncino, ceramica, porcellana, vetro o terracotta. Mentre i materiali in alluminio che non sono trasparenti e impediscono il riscaldamento dell’alimento, possono anche danneggiare il forno.
Inserire un contenitore sbagliato o mettere poco cibo nella camera di cottura è estremamente pericoloso; il rischio è che il forno rifletta troppe microonde invece di assorbirle, danneggiando il magnetron (il generatore delle radiazioni) a cui arriva quasi tutta l’energia. Tutto questo può causare esplosioni e incendi.

Gli imballaggi di plastica dei cibi che possono essere cucinati al microonde sono pericolosi?
Le confezioni molto sottili di plastica come le classiche vaschette si possono fondere a causa del calore del cibo cotto a microonde. Già da tempo gli scienziati hanno osservato che durante la cottura avviene una migrazione di particelle di Pvc o di sostanze chimiche dagli involucri all’alimento. Tutto questo può nuocere alla salute.
Un elemento non sicuro è il bisfenolo-A (Bpa), che si usa nella produzione di materie plastiche in policarbonato ed è spesso presente nelle stoviglie o nel vasellame per la cottura a microonde. Fin dagli anni 90 il Bpa è sospettato di danneggiare la salute umana e tra le diverse patologie spiccano disturbi ormonali, asma, problemi comportamentali e alla prostata.

Cosa afferma la letteratura scientifica sulla pericolosità del microonde?
Dagli anni 70 a oggi autorevoli scienziati hanno condotto periodicamente diverse ricerche e nel tempo sono stati provati casi ed eventi di negatività inerenti alle microonde. Tutte le ricerche sono state più o meno concordi nell’individuare tra i principali effetti negativi la distruzione del valore nutrizionale degli alimenti, con riduzione di proteine e vitamine; rischi igienici dovuti a una cottura non omogenea; disturbi delle funzioni digestive nello stomaco con peggioramenti nel sistema immunitario e alterazione cancerosa del sangue.

Ci sono state conclusioni contrastanti?
Sì, esistono conclusioni contrastanti da parte di soggetti e organizzazioni che considerano la nocività del microonde come una grossa bufala dei soliti ambienti catastrofisti.
La principale accusa che viene mossa ai 'no-microonde' è la non scientificità di molte teorie sulla loro pericolosità, sia per la fuoriuscita delle radiazioni dall’apparecchio che per l’inquinamento degli alimenti con effetto canceroso. A oggi non esiste una relazione dimostrata a livello scientifico (come ad esempio tra il fumo di sigaretta e il tumore al polmone) ma è noto che le onde elettromagnetiche possono generare alterazioni cellulari e vi sono delle tendenze di nocività da non sottovalutare nell’ambito di un complesso di fattori dell’attuale quotidianità – che vede una forte presenza di forni a microonde, telefonini, personal computer, wi-fi, alimenti trasformati, piatti pronti, junk food, pentole nocive e tanti altri dispositivi industriali che danneggiano la salute.

Ritiene che possano esistere conflitti di interesse tali da generare una discordanza di conclusioni?
Nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione, una struttura che appartiene ed è sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato i campi elettromagnetici non ionizzanti, tra cui le microonde del forno, come "possibili cancerogeni per l’uomo". Secondo alcuni ricercatori indipendenti, questa agenzia ha però sottovalutato ampiamente i rischi dei campi elettromagnetici, dato che più del 60 per cento dei partecipanti ai gruppi di valutazione era gravato da pesanti "conflitti di interesse", dal momento che erano finanziati da compagnie private interessate alla produzione e alla diffusione di queste tecnologie. Varie associazioni scientifiche internazionali e ripetutamente anche il Parlamento Europeo premono da tempo affinché le valutazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – supinamente accettate dalla Commissione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – vengano riviste attraverso una valutazione di tutti i campi elettromagnetici non ionizzanti per classificarli come "sicuri agenti cancerogeni per l’uomo".

I forni a microonde possono causare il cancro?
Uno dei pochi scienziati che ha associato il microonde al cancro è il nutrizionista svizzero Hans Ulrich Hertel, deceduto qualche anno fa. Nel 1989 il dottor Hertel, assieme al docente universitario Bernard Blanc, proposero allo Swiss Natural Fund e all’Università di Losanna un’analisi sull’effetto del cibo trattato con microonde negli esseri umani, ma la ricerca fu rifiutata. I due scienziati decisero di condurla ugualmente con fondi privati, ma ridimensionandola.
Per due mesi furono monitorati otto volontari che seguivano una determinata dieta, in cui fu analizzato il sangue prima e dopo il consumo di otto tipi di alimenti, alcuni dei quali cotti o scongelati nel microonde e altri crudi o cotti in modi convenzionali. Nel sangue dei soggetti che avevano consumato cibo cotto a microonde era stata individuata una maggiore luminescenza dei batteri, rispetto a quella riscontrata nel sangue dei volontari che avevano mangiato cibo cotto con altre tecniche. Questo ha dimostrato un possibile trasferimento di energia radiante e il quadro complessivo della ricerca aveva indotto Hertel a concludere che si trattava di modifiche compatibili con disturbi patogeni e con una iniziale evoluzione cancerosa.
La ricerca finì al Tribunale svizzero poiché la scienza ufficiale e l’industria accusarono lo studio di non essere scientifico, dal momento che il campione era costituito da otto persone e alcuni dei risultati ottenuti non mostravano dei cambiamenti significativi ma solo delle tendenze.
Hertel disse che nell’esperimento non voleva mettere in pericolo i volontari sottoponendoli a migliaia di test (come vorrebbe la scienza ufficiale che utilizza gli animali da cavia) ma somministrare loro una singola ingestione alla volta di cibo cotto a microonde. Se poi non si fosse verificato alcun cambiamento significativo nel sangue, questo avrebbe rappresentato una tendenza persistente che avrebbe fornito l’informazione necessaria per osservare in quale direzione si sviluppavano gli effetti.
Hertel fu condannato e gli vietarono di divulgare la ricerca, ma fece ricorso alla Corte europea per i Diritti umani accusando la Svizzera di avergli negato la libertà di espressione e imposto divieti sproporzionati. Nel 1998 la Corte Europea diede ragione a Hertel e la ricerca poteva essere divulgata ma a condizione di dichiararla non scientificamente provata.

Possono anche causare alterazioni dei valori ematici, come il colesterolo, l'emoglobina o altri?
Sempre nell’ambito della ricerca di Hertel, è stata riscontrata una riduzione dei livelli di emoglobina (tendenza all’anemia) e l’aumento del colesterolo e anche dei parametri di ematocrito (tendenza all’avvelenamento acuto).

Occorre fare manutenzione al forno a microonde?
Sì, perché si sta parlando di un elettrodomestico che emette radiazioni e bisognerebbe controllarne periodicamente l’usura. Una norma accettata a livello internazionale stabilisce che il limite di fuoriuscita delle microonde dal forno non può superare una densità di potenza di 5 micro Watt per centimetro quadrato a circa 5 centimetri dalla superficie del forno. Solitamente la dispersione di microonde non supera questa soglia, ma capita spesso che il forno sia usurato o le guarnizioni dello sportello siano sporche e difettose, con il pericolo di maggiori perdite.
In moltissimi ambienti domestici viene usato spesso e si deteriora in pochi anni, con l’effetto di una maggiore dispersione di radiazioni nell’ambiente che possono arrivare anche a 5 micro Watt  per centimetro quadrato. Tutto questo può recare possibili danni al corpo umano, che percepisce pienamente le radiazioni.

Esiste una differenza tra cottura e riscaldamento dei cibi in termini di rischi per la salute?
Il cibo sia cotto che riscaldato nel microonde perde di nutrimenti e gusto. La qualità finale degli alimenti in termini di massimo rendimento nutrizionale, migliori condizioni di igiene, alta digeribilità e maggior gusto, dipende dal metodo di cottura. La fonte di calore più idonea per cucinare è la legna, a breve distanza si collocano il carbone e il gas naturale, seguiti dall’elettricità e, con un netto distacco, dal forno a microonde.
La moderna cottura a microonde dà vita a cibi pallidi e poco appetibili, rispetto all’antica tradizione della bollitura che lascia inalterato il sapore dell’alimento o la stufatura con fuoco lento che crea piatti energetici.

Cosa raccomandano gli esperti a un consumatore che in casa ha il forno a microonde?
Consigliano di conoscere il modo in cui adoperarlo, stando attenti al tipo di cibo che si cuoce e al contenitore che si utilizza e a controllarne nel tempo la sicurezza; altrimenti è meglio farne a meno.
Alcuni consigli sono di evitare di cuocere i cibi a temperature inadeguate con una cottura disomogenea, che non distrugge i batteri e il rischio di disturbi o intossicazioni alimentari; evitare di cuocere alimenti ricchi di grassi come le pietanze con besciamella, strutto o panna, in quanto i grassi si scompongono causando la creazione di perossidi (scorie tossiche derivate dal processo di ossidazione) in quantità maggiori rispetto agli altri metodi di cottura; evitare di cuocere l’alimento in contenitori di plastica per non fargli assorbire sostanze chimiche nocive.

Alcune ricerche hanno concluso che le microonde non distruggono germi e batteri
Questo può avvenire per i cibi surgelati poiché quando si scongela l’alimento nel microonde si scaldano prima le parti che non sono ghiacciate e poi il calore si propaga sui cristalli di ghiaccio fondendoli. Può capitare che la parte esterna dell’alimento sia cotta mentre l’interno resti gelato e in questa disomogeneità di cottura i batteri non sono del tutto distrutti, con il possibile rischio di disturbi alimentari anche gravi, come la salmonella.
Nel 2009 gli scienziati americani della Colorado State University, coordinati dalla dottoressa Patricia Kendall, hanno condotto uno studio pubblicato sul Journal of Food Science che ha preso in esame i rischi di intossicazione alimentare legati a un uso scorretto del forno a microonde. Secondo i ricercatori, una cottura troppo veloce non riesce a scaldare uniformemente l’alimento lasciando dei punti caldi e freddi che possono permettere agli agenti patogeni di sopravvivere. Nello studio sono stati condotti una serie di test per valutare l’impatto sul cibo delle microonde, in combinazione a diverse potenze e tempi di esposizione. In particolare si è voluto accertare il potere di inattivazione del batterio Listeria monocytogenes inoculato in alcuni wurstel conservati. Dai risultati è emerso che la massima riduzione della contaminazione si è avuta con un riscaldamento dei wurstel alla massima potenza di 700-1000 W per almeno 75 secondi, mentre delle possibili intossicazioni alimentari potrebbero verificarsi facendoli riscaldare per meno tempo e a temperatura inadeguata. Secondo la Kendall, la possibilità di non incorrere in una intossicazione alimentare dipende anche da come è stato confezionato l’alimento, dalla conservazione, dalla quantità di cibo inserito nel forno e da altri fattori ambientali. In certi casi – sostiene ancora la Kendall – potrebbero non essere sufficienti i 60-75 secondi del test, ma potrebbe essere necessario allungare la cottura e le istruzioni dei microonde dovrebbero essere completate con tabelle che indicano il tempo e la potenza necessarie per contrastare possibili intossicazioni alimentari.

Queste onde possono causare un'alterazione delle proprietà nutrizionali dei cibi?
Sì, per esempio i broccoli non conservano gli antiossidanti che servono per difendere le cellule del corpo umano contro il rischio di cancro o di malattie degenerative; nei legumi si assiste a una diminuzione del contenuto proteico; la cipolla non mantiene le proprietà anticoaugulanti; i piselli subiscono un significativo calo di aminoacidi e nella carne aumenta il contenuto di acidi grassi saturi e insaturi, pieni di colesterolo.

Il confezionamento dei cibi costituisce un fattore di rischio una volta che la pietanza viene cotta o riscaldata nel forno a microonde?
Uno dei fattori di rischio si può individuare nell’involucro dei pop corn da microonde che contiene l’acido chimico perfluorottanoico. Quando questa sostanza si accumula nell’organismo, occorrono molti anni prima che il corpo sia in grado di eliminarla, con conseguenze dannose alla salute; inoltre, se l’esposizione è elevata colpisce soprattutto fegato e tiroide.

I cibi industriali nati per essere preparati al microonde sono dannosi?
Un carrello della spesa si può oggi riempire di soli cibi 'microondabili' da consumare a colazione, pranzo, merenda e cena, fino alle ricorrenze festive o per la preparazione di piatti etnici e addirittura vegetariani.
Per rendere appetibili i prodotti per microonde, l’industria aggiunge i cosiddetti additivi per riprodurne artificialmente il sapore, modificarne la consistenza e prolungarne la conservazione.
Gli additivi chimici sono sostanze prive di potere nutritivo e alcuni sono da 'semaforo rosso' per la salute umana. Tra i possibili effetti nocivi nel corpo umano vi sono asma, allergie, insonnia, emicrania, diarrea, nausea, iperattività, crampi, disturbi digestivi e cancro.
Per migliorare il cibo nell’aspetto e nella conservazione, l’industria utilizza anche i cosiddetti acidi grassi trans, sostanze che derivano dall’idrogenazione industriale di oli di origine vegetale . Già da tempo è stato dimostrato scientificamente che sono responsabili dell’accumulo di grasso nei vasi sanguigni e di conseguenti patologie cardiovascolari.

Nel suo libro ha parlato della possibile correlazione tra utilizzo del forno a microonde e obesità.
Il fenomeno dell’obesità è iniziato nel corso degli anni 80 in concomitanza con un cambiamento tecnologico che ha ridotto i tempi di preparazione del cibo, ha trasformato gli alimenti in pietanze modificate industrialmente e ha consolidato una moderna alimentazione consumistica per rispondere a un nuovo stile di vita sempre più fast.
Nel 2007 la testata giornalistica inglese BBC News ha posto la questione se la diffusione del forno a microonde abbia contribuito all’espansione dell’obesità, riportando nell’articolo il parere di esperti che hanno ammesso una relazione positiva tra i due eventi. È stato osservato una coincidenza temporale, dal 1984 in poi, tra una crescita di persone obese e una maggiore facilità nella preparazione del cibo che avveniva sempre più rapidamente con pietanze già pronte da cuocere o da riscaldare in pochissimi minuti nel microonde, ma equivalenti spesso a scarsa qualità e consumate facilmente in elevate quantità. L’evidenza empirica ha inoltre dimostrato che in alcuni Paesi dove il tempo di preparazione del cibo è lungo, il tasso di obesità tende a diminuire o il fenomeno si è sviluppato dopo, come in Italia e Francia. Storicamente in questi Paesi per preparare un pasto si impiega in media circa venti minuti e l’obesità è meno diffusa, rispetto agli Stati Uniti e all’Inghilterra dove i cibi sono rapidamente consumati grazie a metodi di cottura come il microonde.

Esistono categorie di persone più propense ad acquistare questo elettrodomestico?
Il target comprende sopratutto trentenni o quarantenni, sia uomini che donne, che hanno scarse conoscenze culinarie e i single che vivendo da soli non hanno voglia di cucinare; entrambe le categorie preferiscono acquistare negli ipermercati piatti pronti sempre più elaborati, sia tradizionali che innovativi fino ai vegetali e agli etnici, da inserire nel microonde.

In futuro nel mondo sarà sempre più utilizzato?
Certamente sì. L’industria ha proseguito inarrestabile nella sua espansione, favorita anche dai cambiamenti geopolitici avvenuti nell’ultimo ventennio, invadendo i Paesi in via di sviluppo con l’introduzione di un nuovo stile di vita alimentare costituito da cibi trasformati o surgelati e cotti al microonde.
Cina, India, Indonesia, America Latina e Africa sono quelle realtà che seguono oramai le comodità domestiche occidentali, con tutto quello che ne consegue.
Inoltre i sistemi di cottura si stanno tecnologicamente evolvendo ed esistono già dei prototipi di contenitori in grado di cucinare mediante wireless, che sono sempre onde elettromagnetiche rischiose per la salute umana.

Indubbiamente il forno a microonde velocizza i tempi di preparazione dei cibi. A questo vantaggio, esistono secondo lei svantaggi correlati?
Uno dei principali svantaggi è la destrutturazione nella regolarità dei pasti, che vengono consumati facilmente e in continuazione e spesso senza trarre alcun piacere. I pasti preparati con lentezza e con metodi di cottura tradizioni hanno invece più gusto con una disposizione a un migliore nutrimento.

[Intervista di Massimiliano Russano pubblicata il 2 Marzo 2017 sul giornale on-line EpochTimes]