Piuttosto che mangiare del cibo cotto al microonde, e in mancanza d’altro, si lascerebbe morire d’inedia.
Da cosa nasce questa sua idiosincrasia? Forse il lato primitivo del suo cervello
(quanto sia primitivo non lo dico per evitare battibecchi coniugali….o, considerando che siamo in regime di convivenza, extraconiugali?) vuole che il
cibo sia unicamente cotto sul fuoco (a legna o a gas) con qualche
eccezione per il forno elettrico.
In poche parole, insieme alla Jacuzzi (però qui il problema è di spazio
e, soprattutto, di denaro) la
dotazione di elettrodomestici di casa nostra sarà sempre orfana di un
forno a microonde.
Ad onore del vero anche la scienza, a suo tempo, si era mossa per condannarne
l’utilizzo.
Naturalmente, parlando di scienza, è ovvio vi sia
una parte a favore (quella più consistente) ed una nettamente contraria all’uso
del microonde.
Tra questi ultimi è senz’altro da annoverare lo svizzero Hans Hulrich Hertel
(recentemente scomparso) che, negli anni
’90 del secolo scorso (….se penso che anch’io sono nata il secolo scorso….), compì uno studio sui
presunti danni da forno a
microonde.
Lo scienziato
svizzero dovette affrontare non
poche difficoltà affinché i suoi
studi venissero pubblicati, rivolgendosi
addirittura anche alla Corte europea per
i diritti umani, scontrandosi con quella
che poteva essere definita la lobby dei produttori di quel
tipo di elettrodomestico.
Che cosa era risultato
da questi studi? Soprattutto
aveva evidenziato che l’energia delle microonde assorbita dal cibo si trasferiva nel sangue dei soggetti esaminati e che, conseguentemente, lo stesso
sangue andava incontro a
modifiche fisiologiche, quali: – riduzioni dei livelli di emoglobina, aumento dell’ematocrito, dei leucociti e del colesterolo (sia nella forma HDL che in
quella LDL).
I detrattori dello studio di her Hertel portarono a loro favore il fatto
che il campione dei soggetti analizzati negli esperimenti
era fin troppo ristretto: solo
otto volontari che dovevano seguire una determinata dieta a base di otto diversi
alimenti cotti o scongelati al microonde oppure in maniera convenzionale.
Voi cosa ne pensate?
Per avere uno spunto in più sull’argomento è da poco stato
pubblicato il libro di Saverio Pipitone
“Forno a microonde? No grazie” (Macro
Edizioni).
Bene, andrò a preparare la cena: per protesta per il
mancato acquisto di un forno a microonde, questa sera “carne
in scatola” (ma saprà usare l’apriscatole?).
Alla prossima! Ciao, ciao……