Sudditi intelligenti e re tonti

L’aggettivo tonti è sinonimo di sciocchi o stupidi, ma certo non deriva dal dimenticato Lorenzo Tonti [1630-1695].
Il banchiere napoletano inventò un’operazione finanziaria cui fecero ricorso alcuni Stati europei nei secoli XVII e XVIII per facilitare la collocazione dei prestiti pubblici. Il denaro veniva raccolto nella forma di quote-parti d’un capitale non rimborsabile, versate da sottoscrittori a favore dei quali si costituiva una rendita vitalizia. I partecipanti erano suddivisi per classi d’età, a ognuna delle quali veniva assegnata una data probabilità di mortalità. Man mano che i sottoscrittori morivano, le rendite andavano ad accrescere quelle dei superstiti della medesima classe. Era soprattutto questo guadagno aleatorio che doveva conferire un’attrattiva per il pubblico. Sedotto da questo sistema fu lo Stato francese, che con l’assolutista cardinale Richelieu, il gesuita Giulio Mazarino e re Luigi XIV voleva riorganizzare le finanze francesi procurandosi entrate per l’erario. Questo denaro raccolto e gestito dalla rigida burocrazia degli intendenti servì principalmente a una politica repressiva per restaurare l’autorità monarchica e imporre in Europa l’egemonia francese. L’allora famoso Tonti morì in miseria a Parigi nel 1695 lasciando due figli, Enrico e Alfonso, che per la Francia conquistarono le regioni dell’America del Nord dove sorsero Detroit, Winsor, Ontario e Michigan. Con il passare del tempo i governanti sono rimasti “tonti” e vampiri; invece le popolazioni colonizzate sfruttate utilizzarono ad altri fini il sistema che anche oggi è detto delle tontines in molte zone dell’Africa [lo racconta anche Serge Latouche]. Chi partecipa a una tontine versa una quota in denaro o in natura sostenendo una cassa comune di cui a turno tutti possono disporre per soddisfare bisogni come per progetti individuali o collettivi. In sostanza è un sistema di risparmio rotativo in cui ognuno è al tempo stesso creditore e debitore, accedendo facilmente al «prestito» in una logica di reciprocità e solidarietà. Dal 1695 a oggi si è persa la memoria di Lorenzo Tonti ma le sue tontines restano ben vive.
[Articolo di Saverio Pipitone con pubblicazione nel gennaio 2005 sulla rivista Carta Cantieri Sociali e oggi ripubblicato nel blog].