di Saverio Pipitone [pubblicato il 23/11/2017 in www.labottegadelbarbieri.org]
Venerdì 17 novembre 2017 alle ore 3,37 nel reparto detenuti dell’Ospedale Maggiore di Parma è morto di vecchiaia e in cattiva salute all’età di 87 anni Salvatore Riina, «u curtu» (1.58), il capo dei capi della mafia siciliana. Da 24 anni era al carcere duro in 41 bis con 26 condanne all’ergastolo per omicidi e stragi.
Al funerale è previsto l’obbligo categorico che zu Totò
indossi calzature eleganti, lussuose e lucide. Era ossessionato dalle scarpe da
quando nella natia Corleone cominciò l’ascesa criminale con un gruppo di
spietati picciotti e i pezzi da novanta palermitani li chiamavano
sprezzantemente viddani e peri incritati, per le origini contadine e le scarpe
sporche di fango.
«Non capivano con chi avevano a che fare – disse una volta,
intercettato in carcere – mattanza di tonni è stata» riferendosi all’eliminazione
fisica degli esponenti di spicco della vecchia mafia.